Tibet 2006

Scuola di Nye

Grazie alle donazioni ricevute sono proseguite le attività di realizzazione di progetti umanitari e di sviluppo nei villaggi.
E’ stata completamente ricostruita e ampliata la cucina con il refettorio della scuola di Nye, che accoglie un numero crescente di bambini fino alla sesta classe, ormai quasi 500 grazie al sostegno a distanza.
I bambini vivono e dormono all’interno della scuola, in condizioni molto semplici: i loro villaggi sono troppo lontani per un viaggio quotidiano, e mancano mezzi di trasporto.
La vecchia cucina era ormai in condizioni pessime e del tutto insufficiente, mentre la nuova è ampia e costruita secondo i migliori criteri in base alla realtà locale.
Ogni bambino della scuola ha ricevuto quaderni, libri, penne, matite, inchiostro, scarpe e una nuova uniforme scolastica; per ciascuno è stato acquistato un set completo in alluminio comprendente tazze, piattini e stoviglie, in modo che ogni bimbo possa usare i propri con un sensibile miglioramento nella situazione igienica della piccola comunità.

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Scuola di Nepu

La scuola di Nepu, costruita l’anno scorso, ha chiesto e ottenuto aiuto per i lavori di manutenzione resi indispensabili dal clima estremo del Tibet, ed è stata rifornita di quaderni, penne, matite e libri per il prossimo anno.
Come ci ha detto con orgoglio il maestro, nel mese di giugno la scuola – dalla prima alla terza classe – ha ottenuto di nuovo dalle autorità governative il premio come migliore scuola elementare della regione, per la qualità dell’edificio e dell’insegnamento; i bambini studiano tibetano, cinese, matematica, disegno, studi sociali, educazione fisica, ed hanno ampi spazi per il gioco e la socializzazione.

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Dispensario di Nye

Il nuovo dispensario di Nye, appena costruito per servire numerosi villaggi della zona, ha chiesto e ottenuto aiuto per dotarsi di essenziali attrezzature mediche.

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La distribuzione nei villaggi

Durante il viaggio estivo 2006 in Tibet l’associazione ha raggiunto 25 villaggi della regione circostante la città di Shigatse, in cui vivono i bimbi adottati a distanza: qui sono stati distribuiti i beni e i viveri acquistati nelle città di Lhasa e Shigatse.
Ognuno dei circa 2.000 bambini della zona ha ricevuto una giacca a vento, maglie di lana, camicie, pantaloni, sottopantaloni pesanti, scarpe di cuoio e di tela, calze, cappello, sapone e asciugamani, spazzolini da denti e dentifricio, e, a seconda dell’età, uniforme scolastica, quaderni, penne, inchiostro, matite.
Alle famiglie sono stati distribuiti il denaro e sacchi di riso e farina per l’inverno, che si teme quest’anno sarà molto duro per la grave siccità estiva.

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Monasteri

Abbiamo raggiunto con i nostri aiuti vari piccoli monasteri, in cui monaci e bambini studiano, lavorano e mantengono viva la preziosa tradizione spirituale e culturale del loro paese. Il vostro aiuto è essenziale per la sopravvivenza di queste strutture e per l’approvvigionamento dei beni di prima necessità: grazie alle donazioni ricevute i monasteri possono acquistare scorte di cibo, abiti, scarpe, medicine, quaderni e libri, coperte, e possono riparare i fragili edifici sottoposti al clima estremo del Tibet.

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Serre

Nell’ambito del progetto triennale “Villaggio di Nepu” realizzato grazie all’aiuto della società Chiesi Farmaceutici di Parma, partirà presto la costruzione di serre per la coltivazione di ortaggi nel villaggio.
Il clima tibetano è estremamente arido per la mancanza di piogge, vi sono forti venti, la terra è molto dura e sassosa. A causa di queste condizioni avverse, la coltivazione di ortaggi è praticamente assente nei villaggi e questo provoca gravi carenze alimentari e vitaminiche che si ripercuotono sulla salute in generale, sulla vista e così via.
L’installazione di serre (novitá arrivata di recente nella zona intorno alla capitale Lhasa) sembra dare risultati ottimi, perché il sole è comunque forte per molti mesi all’anno, la serra consente di mantenere umido il terreno e di proteggere le coltivazioni dal vento.
La costruzione sarà realizzata con il lavoro degli abitanti del villaggio, che potranno così anche avere un’occupazione.

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