Fondo di Emergenza per il terremoto in Nepal

Il terremoto di magnitudo 7.8 con epicentro nel distretto di Gorkha – a soli 80 km a nord ovest di Kathmandu – che nel mese di aprile ha colpito il Nepal, è stato assolutamente devastante uccidendo circa 9.000 persone, ferendone 23.000 e lasciando circa 500.000 famiglie senza casa. Due ulteriori scosse di magnitudo 7.3 e 6.3 si sono verificate nel mese di maggio colpendo il confine di Dolakha e distretti Sidhupalchowk e Ramechhap. Da allora, nel solo mese di maggio, ci sono state 290 scosse di assestamento tutte di magnitudo superiore a 4 e ancora oggi la terra continua a tremare.

Vorremmo ringraziare tutti coloro che hanno donato al nostro Fondo di Emergenza per il Terremoto in Nepal, e tutte le persone che hanno contribuito impegnandosi nell’organizzazione di eventi di raccolta fondi. Al momento della stampa la cifra raccolta ammonta a € 111,523.77. Siamo profondamente grati a ciascuno di voi per averci permesso di offrire un aiuto concreto alle persone che vivono in alcuni remoti villaggi tra i più duramente colpiti in Nepal. Non troviamo le parole per descrivere e trasmettere la gioia, il sollievo e la speranza per il futuro che gli abitanti di questi villaggi hanno espresso dopo aver ricevuto il vostro aiuto.

Dai giorni immediatamente successivi al disastroso terremoto che ha colpito il Nepal e che ha ucciso migliaia di persone e ne ha lasciate molte di più ferite, senza più una casa, cibo o mezzi di sussistenza, per l’ufficio italiano di Help in Action è iniziato un difficile periodo di intenso lavoro. Oltre alla preoccupazione e allo shock per la situazione in generale, ci siamo trovati a dover affrontare il difficile compito di localizzare tutti i bambini che supportiamo. Per noi, che in tutti questi anni abbiamo visto crescere migliaia di bambini e abbiamo instaurato un rapporto affettivo con loro, sono state settimane davvero dure anche a livello emotivo. E quindi è stato un sollievo quando siamo arrivati a Kathmandu a giugno.
Appena fuori dall’aeroporto siamo stati accolti dal tipico frenetico caos che caratterizza Kathmandu. Quando abbiamo raggiunto la zona di Boudhanath, dove abbiamo lavorato negli ultimi 20 anni, le strade erano piene di traffico, i ragazzi tornavano da scuola nelle loro uniformi scolastiche, le persone facevano la spesa e si occupavano delle loro incombenze quotidiane.
In apparenza tutto ci è apparso sorprendentemente normale, poi ci si siamo accorti che, dove prima c’erano edifici ora c’è il vuoto, che ci sono cumuli di macerie ovunque e che i pali di bambù appoggiati alle case sono in realtà l’unico sostegno che le regge in piedi. Ogni spazio aperto è pieno di tende e rifugi di fortuna, dove le persone vivono perché hanno paura di tornare nelle loro case o perché le loro case sono state rese inagibili dalle ripetute scosse. Gli edifici che sembrano intatti dall’esterno, sono in realtà gravemente e pericolosamente danneggiati.
L’Healing Centre e il Gangchen Drupkhang, hanno subito danni strutturali. I programmi di formazione professionale e l’attività di artigianato che si svolgevano presso il Gangchen Drupkhang sono stati trasferiti in un luogo vicino e già dieci giorni dopo il terremoto sono ripartiti. Anche la sede del nostro ufficio locale ha subito gravi danni – attualmente è troppo pericoloso entrare anche per recuperare i nostri documenti o il computer – e, viste le sue condizioni, è stato deciso che la soluzione migliore sarà demolire l’edificio.

Purtroppo altre zone della città e dei dintorni non sono state così fortunate e, a poca distanza da dove noi operiamo, interi villaggi sono stati spazzati via, antichi templi ed edifici storici sono scomparsi e ci sono state molte vittime.
Le persone che incontriamo ci raccontano del panico, della paura e delle loro perdite. Le strade in questi luoghi, un tempo piene di turisti, sono deserte e questo per molti abitanti significa aver perso la fonte principale di sostentamento. Il Nepal ha ancora molto da offrire a chi vuole visitarlo.

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Il vero grande disastro si è consumato nei piccoli villaggi lontani dalla città. Gli abitanti di questi villaggi sono semplici agricoltori e vivono degli scarsi raccolti che riescono a ottenere, sopravvivono con molto poco e ora hanno perso tutto con il crollo delle loro case durante il terremoto. Per queste persone, che non hanno reddito, la necessità primaria in questo momento è di costruire rifugi per proteggersi dalle forti piogge monsoniche e dal freddo: principalmente hanno chiesto materiale per costruire i tetti di cui hanno disperatamente bisogno. Per il nostro team è stato d’ispirazione e allo stesso tempo avvilente vedere la gente in queste comunità, dove non è rimasta in piedi nemmeno una casa, darsi da fare e andare avanti con le attività quotidiane per produrre cibo e cercando tra i detriti per estrarre tutti i materiali riutilizzabili – un messaggio chiaro per noi che la vita non è sempre basata su beni materiali.

Durante la missione in Nepal, nei mesi di giugno e luglio, siamo stati in grado di acquistare e distribuire materiali come tende, teloni e lamiere di ferro per 1.910 famiglie, il che significa che 9495 persone ora hanno un riparo! Questi materiali hanno raggiunto alcuni dei villaggi più remoti che – dopo due mesi – non avevano ancora ricevuto alcun aiuto. Abbiamo portato aiuto ai villaggi nei distretti di Nuwakot, Sidhupalchowk, Ramechhap e Makwanpur.

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Approssimativamente 8.000 scuole nei 49 distretti del Nepal sono state gravemente danneggiate o completamente distrutte. È stato terribilmente scioccante vedere i tetti delle scuole crollati sui banchi, e possiamo solo ringraziare che il terremoto sia avvenuto di sabato, con le scuole chiuse – quando non c’erano bambini negli edifici

Siamo stati in grado di fornire materiali di copertura a 7 scuole di villaggio, serbatoi d’acqua a 3 scuole e abbiamo distribuito materiale scolastico a circa 230 bambini.
Abbiamo anche sponsorizzato la scuola elementare Shree Jana Bhuwana nel villaggio di Shikharpur per questo anno scolastico, in modo da garantire ai 90 bambini che attualmente la frequentano di continuare a ricevere un’istruzione. La Gangchen Samling School, che ha subito solo danni superficiali, ha ricevuto tende e materiale per costruire aule temporanee che sono state realizzate nel cortile perché molti bambini, soprattutto i più piccoli, hanno paura di trovarsi all’interno degli edifici durante le frequenti scosse.

A Kathmandu abbiamo donato tende da campeggio a 2 piccoli monasteri per ospitare i 70 giovani monaci che vi abitano, fino a quando non saranno stati ultimati i lavori di ricostruzione. Siamo stati anche in grado di donare lamiere per fare i tetti a 7 piccoli monasteri nei villaggi di Balche e Kahule nel distretto di Nuwakot.

Nel corso della missione abbiamo cercato di incontrare personalmente tutti i bambini sostenuti attraverso il programma di adozioni a distanza. Molti bambini ci hanno raccontato che le case dei loro nonni nei villaggi sparsi in tutto il Nepal sono crollate e, per fortuna, solo 9 delle nostre famiglie che vivono a Kathmandu hanno avuto problemi legati direttamente al terremoto. Abbiamo offerto aiuto e sostegno economico a queste famiglie. All’orfanotrofio, gestito dalla Nepal Women & Children Service Society, che è stato gravemente danneggiato dal terremoto, abbiamo donato una grande fornitura di alimenti secchi: riso, lenticchie, soia, sale, zucchero, tè, olio da cucina, biscotti, ecc. che dovrebbe durare loro 3 o 4 mesi. L’orfanotrofio si prende cura di 40 bambini – molti dei quali frequentano la Gangchen Samling School e sono sostenuti dal programma di adozioni a distanza dell’Associazione.

Siamo fortunati di avere l’aiuto dei familiari e degli amici di Lama Gangchen, che hanno sempre sostenuto il lavoro di Help in Action in Nepal; ma anche di avere avuto l’aiuto dei rappresentanti dei Monasteri di Serpom e Shar Ganden in India del Sud dove molti dei monaci sono originari dal Nepal. Prima del nostro arrivo in Nepal questi monaci avevano già visitato diversi villaggi e riportato foto, informazioni e richieste di aiuto. Considerando le grandi distanze e le enormi difficoltà per effettuare anche brevi spostamenti, sono stati preziosi nell’aiutarci a portare aiuto direttamente ai luoghi che ne avevano più bisogno. Gli abitanti dei villaggi sono stati molto felici di ricevere il conforto emotivo e spirituale dei monaci che ovunque siano stati hanno ricevuto richieste di fare cerimonie di preghiera.

Anche se abbiamo già aiutato molte persone e stiamo continuando consegnare aiuti – le condizioni dei villaggi sono disastrose e ci sarà ancora bisogno di molto aiuto nei prossimi mesi …
I media non parlano più della situazione in Nepal, ma la gente ha ancora realmente bisogno di tanto aiuto e del vostro supporto. Per favore non dimenticate il Nepal! Stiamo ancora raccogliendo fondi che speriamo ci permetteranno di riparare e ricostruire scuole, orfanotrofi, monasteri e altre strutture.

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